Cervo in Val Grande

Fotografia scattata da Andrea Zampatti

Cervo in Val Grande - Andrea Zampatti

Cervo in Val Grande

Ci sono fotografie tanto sognate, fotografie tanto cercate, fotografie tanto sudate e…fotografie impossibili!
Questa mia vecchia immagine, alla quale sono particolarmente affezionato, racchiude tutte queste caratteristiche e proprio per questo motivo è senza dubbio nella mia “Top 10”.
Il cervo (Cervus elaphus) è, come tutti quelli che mi conosco ben sanno, uno dei miei animali preferiti.
Ogni anno tra fine Settembre e i primi di Ottobre cammino in lungo e in largo tra boschi e radure di montagna per osservare ed ascoltare il suo bramito, momento unico e imperdibile per ogni amante della Natura.
Chiunque si sia cimentato ad avvicinare e fotografare un cervo selvatico (quelli veri, intendiamoci!) saprà bene che è estremamente difficile portarsi a una distanza ottimale in quanto è un animale molto sensibile a qualsiasi tipo di movimento, rumore e odore sospetto.
In questo caso mi trovavo nei pressi di una bellissima radura, incorniciata da fitti boschi di larice e abete rosso nei quali risuonavano possenti i bramiti dei grandi maschi.
Era quel meraviglioso momento in cui la notte lascia spazio alle primissime luci e i nostri occhi cominciano a percepire, con difficoltà, quello che ci sta attorno.
Il profumo dell’erba bagnata è forte e da una vicina macchia di abeti, avvolti in una leggera bruma, sento un bramito ben più vicino di tutti gli altri che, a decine, riempiono il silenzio della grande valle.
Immediatamente mi accovaccio nell’erba alta, consapevole che non sia di certo il miglior nascondiglio, ma sento che potrebbe essere la volta buona e il tempo per spostarmi altrove non c’è.
Il verso primordiale si fa man mano più forte e vicino finchè, nel labirinto di tronchi scuri, scorgo la figura di un possente cervo che, cautamente, si muove verso la radura.
Smetto di respirare e il cuore comincia a battere forte: il maschio, splendido, esce dal bosco e si ferma: per alcuni momenti nella valle regna il silenzio più assoluto.
Imposto rapidamente la fotocamera con dei valori di scatto da pelle d’oca, (1/80 di secondo a mano libera, a 500 mm e senza stabilizzatore!!!) la luce è ancora pochissima e come unico appoggio per il teleobiettivo ho il mio ginocchio, non posso permettermi di montare il treppiede.
Comincio a scattare, molto lentamente, (una raffica potrebbe mandare tutto a rotoli) il cervo bramisce e poi si sposta ancora di alcuni metri nella mia direzione.
Sono ancora in apnea ma il minimo movimento mi farebbe scoprire e per di più mi darebbe come risultato nient’altro che una serie di scatti mossi.
Non mi ha visto e avanza fiero verso di me, fino alla minima distanza per averlo per intero nel fotogramma.
A un certo punto guarda nella mia direzione, non scatto, in attesa del momento perfetto: lui alza la testa e drizza le orecchie, capisco di avere a disposizione un solo scatto buono, forse due, prima che mi veda e si dilegui nella foresta.
È perfettamente frontale a me, mi guarda, lontano abbastanza dal bosco per avere uno sfocato perfetto, mi abbasso ancora un filo per far si che l’erba alta che ho davanti faccia da quinta e dia più profondità all’immagine, creando un primo piano sfocato.
Ormai allo sfinimento, trattengo per gli ultimi interminabili secondi il respiro e riesco a scattare tre immagini consecutive prima che, con uno scatto fulmineo, sparisca nella direzione in cui era arrivato.
Son sempre dispiaciuto quando la mia presenza viene percepita dagli animali, consapevole del fatto di essere un intruso a casa loro.
Proprio per questo motivo cerco di essere sempre il più cauto possibile, tenendomi a distanza o utilizzando nascondigli ben fatti, ma in questo caso non sono proprio riuscito a trattenermi dallo scattare. Il mio istinto ha vinto sulla ragione.
Finalmente posso riossigenare i miei polmoni e, dopo alcuni respiri profondi, visualizzo con grande speranza gli scatti sul monitor.
Sono una decina in tutto e, quasi incredulo, vedo che son quasi tutti fermi, nonostante il tempo di scatto impossibile e l’assenza di stabilizzatore! 
Dopo quella volta son tornato molte volte a vedere e fotografare i miei amati cervi ma quel momento unico resterà per sempre indelebile nei mie ricordi.

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