L'alba degli dei, cascata di Godafoss.

Fotografia scattata da Alberto Ragnoli

L'alba degli dei, cascata di Godafoss. - Alberto Ragnoli

L'alba degli dei, cascata di Godafoss.

Quella mattina non era prevista nessuna sessione fotografica all'alba, eravamo diretti alla cascata di Aldeyjarfoss per un'escursione che ci avrebbe portato via tutta la giornata (anche perchè le ore di luce nell’inverno islandese sono pochissime). Essendo una location nuova per tutti, che prevedeva un trekking di 4 chilometri, avevamo pianificato di iniziare il sentiero con le prime luci del mattino per evitare di esplorarla al buio.
Dopo la colazione in hotel, muniti di provviste, thermos e GPS, saliamo sui nostri 4x4 in direzione Aldeyjarfoss. Il sole non era ancora sorto. Durante il tragitto l’oscurità della notte inizia a cedere il passo alle prime luci del mattino e iniziamo a scorgere il paesaggio. Nel guardarci intorno ci accorgiamo che il cielo è completamente coperto tranne in prossimità dell'orizzonte in direzione sud-est, proprio dove è previsto il sorgere del sole. Per un fotografo di paesaggio questa è la situazione ideale.
A questo punto la scelta era tra: rispettare il programma e andare alla cascata di Aldeyjarfoss, sacrificando la possibile alba straordinaria (non saremmo mai arrivati in tempo) oppure cambiare i piani, andare alla più vicina cascata di Godafoss e incrociare le dita sperando che il cielo non si coprisse interamente. 
Io sono dell'idea che la luce comanda sempre e per fortuna anche i miei compagni di viaggio la pensava come me.
Non importa se ti scombina i programmi della giornata, se devi saltare qualche tappa o se devi sacrificare un pranzo, se la situazione è promettente bisogna provarci e se la luce è bella bisogna sfruttarla senza ulteriori ripensamenti.
Come avrai intuito ci siamo fiondati, senza pensarci due volte, a Godafoss. Avevamo già visitato la "cascata degli Dei" il giorno prima al tramonto e per una sessione notturna a caccia di aurora boreale, ma la fortuna non era stata dalla nostra parte. Anzi, direi che la sfortuna ci ha visto benissimo dato che siamo rimasti bloccati nella neve con il nostro 4x4 nel cuore della notte...ma questa è un'altra storia.
Arrivati nei pressi del parcheggio della cascata ci attende una scelta davvero ardua: optare per il lato con luce a favore o per il lato controluce?
Bel dilemma, lo spostamento tra i due spot non era immediato in quanto avremmo dovuto ripercorrere il sentiero verso il parcheggio e rifarlo nella direzione opposta, perdendo minuti preziosi.
A mio modo di vedere, il lato in controluce offriva maggiori spunti e migliori chance di portare a casa lo scatto, quindi ho scelto il sentiero a nord della cascata.
Nonostante l'avessi già vista il giorno prima, rimasi nuovamente stupito dalla bellezza di questa cascata. Godafoss è magnifica, probabilmente la cascata più fotogenica del nord dell'Islanda, soprattutto in inverno quando neve e ghiaccio le danno un'aura ancora più fiabesca.
Inizio a ragionare sullo scatto da realizzare. La scelta del grandangolo in questa location è abbastanza obbligata, quindi monto il 16-35 f4 e inizio la ricerca della posizione migliore. Mi colloco quasi a ridosso della cascata, mi sarebbe piaciuto andare oltre ma c'era davvero molto ghiaccio e non era il caso di rischiare.
Dopo alcune prove inizio a montare i filtri: polarizzatore per gestire i riflessi dell'acqua e GND medium da 3 stop per gestire l'esposizione sul cielo.
Non ho montato filtri ND perchè mi sono accorto che i disegni creati dalla cascata erano molto belli attorno ai 2 secondi di esposizione e un filtro ND, anche se leggero, mi avrebbe obbligato ad allungare i tempi (oppure ad alzare gli ISO, ma sarebbe stato un controsenso).
Credo sia molto importante riuscire a capire qual è il tempo di scatto ideale per esaltare ogni situazione. Non auto-imponetevi di scattare sempre con esposizioni lunghissime perchè spesso, invece che valorizzare, penalizzano lo scatto.
Sistemata l'attrezzatura non mi restava altro da fare che aspettare la luce e sperare.
Fortunatamente il sole ha vinto sulle nuvole e tutto si è colorato...uno spettacolo incredibile.
A distanza di minuti la situazione, apparentemente perfetta, migliorava! PAZZESCO!
Negli ultimi viaggi troppo spesso mi ero avvicinato a queste condizioni di luce spettacolari, ma il cielo si copriva sempre sul più bello. Sembrava una maledizione. Potete quindi immaginare la grande gioia e soddisfazione che ho provato nel vivere un momento del genere.
Il bello di scattare a queste latitudini, specialmente in inverno, è che, quando la luce è bella, puoi fotografare per ore. Il sole sorge lentamente e non si alza mai di molto sopra l'orizzonte quindi puoi goderti tutta la sessione fotografica con estrema calma e senza stress. Il nord è davvero un paradiso per fotografi!
Durante questa interminabile sessione mi sono reso conto che il primo piano innevato risultava troppo luminoso. Per risolvere il problema ho provato una tecnica mai provata prima: ho montato un GND soft da 3 stop al contrario, andando a scurire la parte inferiore dell'immagine. Questo ha reso lo scatto più omogeneo e bilanciato.
In questa mattinata ho dovuto affrontare un'altra situazione inedita: ho dovuto obbligare i miei compagni di viaggio ad andarcene quando dietro di noi era ancora tutto infuocato...ma dopo un'ora abbondante di scatti direi che poteva bastare e potevamo dedicarci ad altro, senza rimpianti.
A livello di post produzione non ho dovuto fare granchè. Ho solo sistemato un po' l'esposizione in maniera selettiva e lavorato sui contrasti.
Adoro usare i filtri a lastra proprio per questo, mi permette di ridurre al minimo la fase di post produzione che, per me, non è mai appagante come la fase di scatto.

Filtri utilizzati per scattare questa fotografia a Godafoss

Filtri: Polarizzatore NiSi standard + GND NiSi Medium 3 stop + GND NiSi Soft 3 stop

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