Luce nella tempesta
Fotografia scattata da Andrea Pettinari
Luce nella tempesta - Andrea Pettinari

Una tra le situazioni più pericolose e difficili in cui mi sono trovato a scattare, ma un'immensa soddisfazione nel vedere che uno scatto si è salvato e mi ha reso possibile ricordare questo momento per sempre in una fotografia.
L'Isola di Skye è un parco giochi per il fotografo paesaggista, nel giro di pochi chilometri si trovano spiagge, scogliere, montagne, fiumi, cascate e fari.
Ma c'è un piccolo problema, durante il periodo autunnale/invernale il clima è decisamente cattivo, per non dire incavolato. Un piccolo prezzo da pagare se si vogliono ammirare spettacoli di luce unici e d'impatto.
I colori sono accesi, la luce è sempre bassa e radente durante il giornata e il meteo varia in maniera repentina e rapida.
Diciamo non proprio il tipo di fotografia paesaggistica statica che uno si immagina, anzi, il contrario!
Quel giorno il vento soffiava a più di 120km/h e la visita a Neist Point era più un "gioco" per divertirci a testare la forza della natura...fotografare era parecchio difficoltoso e avevamo già abbandonato l'idea dall'inizio.
Oltre a questo, alcune cascate in caduta libera dalle scogliere, ritornavano indietro grazie alla forza del vento...e il passaggio tra i loro forti schizzi era obbligato.
Per non farci mancare nulla, viste le abbondanti piogge recenti, camminavamo in pratica in un'unica torbiera.
Giunti in location, bisognava stare parecchio attenti al vento che soffiava potente in direzione del baratro, perché lo spot fotografico si trova proprio sul bordo di un'alta scogliera.
Ovviamente ci siamo tenuti a debita distanza, ma ad un certo punto il cielo si è aperto e da completo grigio e minaccioso ha permesso il passaggio di un raggio di sole, una luce nella tempesta che ha creato una situazione decisamente surreale, come trovarsi a teatro e vedere il protagonista illuminato dall'unico fascio di luce presente.
In quel momento mi sono trovato davanti a 3 problemi: correre un rischio al bordo del precipizio, realizzare uno scatto non riuscendo a tener ferma la fotocamera, evitare che la lente si bagnasse.
Li ho risolti in questo modo:
Correre un rischio: ok, è stupido, ma ci sono situazioni che valgono la pena di correre un rischio, ovviamente calcolato e sensato. Questo mi ha portato ad avvicinarmi con cautela (ma a debita distanza) e posizionarmi in posizione quasi ribassata. Ovvio, ho parecchia esperienza in montagna, trekking e un passato da arrampicatore e speleologo, dunque so quello che faccio e conosco i miei limiti...non lo consiglierei a chi è la prima volta che si approccia con terreni e situazioni simili.
La fotocamera "balla": è il termine giusto, ballare. Sì, perché a mano libera era impossibile scattare...le folate erano talmente violente che spostavano a destra e sinistra l'obiettivo. Ho dunque montato il cavalletto e, appoggiandomi di peso, ho stabilizzato il tutto e fatto partire un sacco di raffiche. Ho alzato leggermente gli ISO per poter velocizzare il tempo, fino a raggiungere 1/1250s, molto veloce per il paesaggio. Nonostante questo molte immagini erano mosse e soltanto questa si è salvata per pura fortuna. Poco dopo, parlo di pochissimi minuti, la luce è scomparsa e il tutto è tornato alla normalità.
Evitare gocce sulla lente: questa era una parte molto improbabile, per non dire impossibile. Tenere ben saldo il cavalletto con il mio peso, far partire la raffica ed evitare di cadere spinto dal vento, non mi consentivano di pulire le gocce sulla lente. Per questa parte di scatto si è messa dalla mia parte la fortuna, in un breve attimo senza pioggia!
- Fotocamera: Canon Canon EOS R3
- Focale: 35 mm
- Diaframma: f10
- Tempo di scatto: 1/1250
- Scattata il: 02 novembre 2022
- Sensibilità ISO: 250
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PROSSIME PARTENZE: 26/10/2025
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