Cavalletto, guida all'acquisto
Cavalletto, guida all'acquisto

Cavalletto, guida all'acquisto

Arriva sempre il giorno in cui il cavalletto diventa una necessità e dunque imparare a districarsi tra stativi, materiali, teste, stabilità, etc, non è cosa facile ed una guida può aiutarvi ad un acquisto più consapevole.

Oramai è anni che scatto tramite l'utilizzo del cavalletto e chi ha viaggiato con me sa bene quanto sia affezionato al mio fedelissimo compagno di avventure, complici le lunghe esposizioni delle quali non riesco proprio a farne a meno.
Ma siete sicuri che fin dal primo giorno abbia utilizzato un cavalletto? Beh, diciamo proprio di no, anzi, prima mi sembrava un impedimento, un peso e una fatica inutile, eppure con il passare del tempo ne ho sentita sempre più la necessità e dopo svariati tentativi, prove e test ho ottenuto la consapevolezza di ciò che mi serve, districandomi tra le infinite offerte di prodotti che possono far impallidire anche il più esperto.
Attraverso la mia esperienza voglio spiegarvi cosa significa scattare con l’aiuto del cavalletto, quali sono i vantaggi e soprattutto quale cavalletto acquistare in base alle proprie necessità, per evitare di buttare via inutilmente il proprio denaro.
Le fotografie che vedrete durante la lettura dell’articolo sono tutte di cavalletti da me posseduti, quindi parecchio usurati; amo testare per bene ogni articolo e solo alla fine dare un giudizio, quindi l’usura fa parte del gioco.

A che cosa serve il cavalletto?

Se non avete già chiuso questa pagina, significa che siete interessati all’argomento e molto probabilmente sono le prime volte che vi state trovando a tu per tu con questo marchingegno che vi fa tanto dannare. Non disperate, come tutte le cose bisogna farci la mano, perchè con il tempo diventa un potente alleato; quante volte mi è capitato durante i viaggi di sostenere moralmente partecipanti che si trovavano per le prime volte a “spippolare” con i loro treppiedi maledicendoli, quindi non temete, non siete i soli.
Ma sostanzialmente, partiamo dalla base, che più base non c’è: a che cosa serve un cavalletto? Vi sono sicuramente tre punti principali, che a pensarci bene sono anche parecchio scontati, ma l’ultimo non è da sottovalutare:

  • Stabilizza la vostra fotocamera:
    la più semplice, ma più efficace delle spiegazioni. Il cavalletto immobilizza la vostra fotocamera, la fissa in un punto preciso dal quale non si muove più.

  • Permette di scattare con tempi lunghi:
    avete mai provato a scattare ad 1 secondo a mano libera? No? Smettete un attimo di leggere, prendete in mano la vostra fotocamera e provateci. Risultato pessimo? La soluzione sta nel cavalletto, il quale immobilizzando la macchina fotografica, permette di scattare con qualsiasi tempo impostato, anche di minuti.

  • Aumenta la qualità di uno scatto:
    grazie alla possibilità di allungare i tempi, si potrà utilizzare una sensibilità iso più bassa rispetto a quella che avreste a mano libera, non incidendo sulla qualità finale della fotografia, che avrà meno rumore.

  • Migliora la concentrazione nella composizione:
    avere la fotocamera fissata su di un cavalletto permette di curare molto meglio l’inquadratura, provare per credere. Poter spostare l’inquadratura, anche solo di poco, e avere la fotocamera ferma immobile, dona tutta la calma e la tranquillità per osservare le linee e le geometrie, molto importanti per l’armonia finale di una fotografia.

Quando si usa il cavalletto?

Ora che abbiamo compreso a cosa serve un cavalletto, senza troppi giri di parole o spiegazioni complesse, il cavalletto lo si usa quando è necessario allungare i tempi di scatto, per evitare il mosso o micro-mosso. 
Viene automatica l’associazione a situazioni di luce scarsa, come alba, tramonto e notturna, eppure vi sarà capitato di “avvistare” qualche fotografo munito di cavalletto in pieno giorno. Vi siete mai chiesti il perchè? Perchè sta utilizzando dei particolari filtri "neri" che permettono di scattare con tempi lunghi anche in pieno giorno. Se non avete mai sentito parlare di filtri ND vi consiglio la lettura di questo mio articolo scritto di recente.
Un mio consiglio personale, se ne avete la possibilità, portate sempre con voi il cavalletto.

Quali tipologie di cavalletto esistono?

Comprendere a cosa serve e quando utilizzare un cavalletto non è difficile. Ora cerchiamo di districarci nella vasta scelta di tipologie di cavalletto in commercio. Trovare il cavalletto adatto alle proprie necessità può risultare un lavoro lungo, fatto di prove e tentativi. Vi sono di ogni tipologia, dimensioni e prezzi, adatti a svariati utilizzi e vi è il pericolo di cadere in tentazione con il prodotto sbagliato. 
Il primo punto da tenere in considerazione, perchè sicuramente vi imbatterete in questa differenza, è dividere le due principali tipologie di cavalletti:

Cavalletti per video:

Sono normalissimi cavalletti a tre gambe, in apparenza fotografici, ma la differenza sostanziale sta nella testa, la quale presenta una staffa che una volta impugnata è utile per movimenti dolci e senza scatti. Ora che avete visto l’esempio, ditemi la verità, quanti di voi stavano valutando questo tipo di cavalletto senza sapere che era un cavalletto video?

Cavalletti per fotografia:

Ancora una volta, la base è sempre a tre gambe, ma la testa non presenta la staffa tipica per i video, risultando molto più compatta. Inoltre vi è la possibilità di ruotarla di 90° per scatti in verticale. Questa è la tipologia di cavalletti che ci interessa, la più comoda e versatile.
Un mio piccolo consiglio, è quello di non risparmiare sull’acquisto del primo cavalletto, perchè fanno gola le offerte da 40 o 50€, ma ne rimarrete sicuramente delusi e demoralizzati.

Cavalletto in carbonio o alluminio?

Una volta individuata la categoria di cavalletti puramente fotografici si pone il problema del materiale che ovviamente farà aumentare o diminuire il prezzo in base alle proprie necessità:

Cavalletti in alluminio:

Un materiale economico che permette l’acquisto di treppiedi non troppo costosi. I cavalletti in alluminio sono più pesanti e richiede una costruzione più massiccia per sostenere carichi importanti rispetto al carbonio. Si trovano cavalletti di tutte le dimensioni e sono decisamente la soluzione ideale per chi si avvicina al mondo dei treppiedi. Ovviamente considerate che più il cavalletto è pesante, più graverà sulla vostra schiena se dovrete trasportarlo (alcuni raggiungono e superano anche i 4kg). Ovviamente alluminio non è sinonimo di scarsa qualità, anzi, tutt’altro.

Cavalletti in carbonio:

Sicuramente un materiale molto interessante, ma alquanto costoso. Il carbonio, grazie alla sua incredibile resistenza e rigidità, permette di creare cavalletti più compatti, ma al tempo stesso anche aumentare le dimensioni senza gravare troppo sul peso. Inoltre il carbonio assorbe le vibrazioni, quindi può tornare utile per evitare micromosso in situazioni particolari. Attenzione alle fregature, perchè un cavalletto in carbonio ultra economico, per esempio sotto i 100€, potrebbe essere un flop totale in fatto di resistenza e costruzione.

CHIUSURA DELLE GAMBE

Vi sembra strano questo punto? Io non lo sottovaluterei perchè è veramente importante se avete intenzione di tenere per parecchio tempo il vostro “alleato”. Vi sono due tipologie di chiusura gambe: a morsetto e a vite ed entrambe hanno i loro pregi e difetti, scopriamo quali:

A morsetto:

Si tratta di una levetta che sotto pressione blocca la chiusura della gamba, è sicuramente un metodo immediato, ma soggetto a maggior usura nel tempo; a causa di questa usura è un sistema molto selettivo in fatto di qualità e difatti se scegliete un modello economico è possibile che vi troviate con qualche gamba allentata o addirittua con il sistema spezzato dopo poco tempo.

A vite:

Niente più leve, ma solamente un blocco a vite che una volta stretto su se stesso blocca la gamba; senza ombra di dubbio mette molto meno sotto stress la struttura e anche se acquistate un cavalletto di fattura economica ha una durata maggiore.
Personalmente trovo molto comodo e duraturo questo sistema, ed è per questo che da oltre 6 anni utilizzo un cavalletto con questa tipologia di chiusura; ho posseduto in passato un cavalletto dalla chiusura a morsetto e funziona ancora a meraviglia, mentre un secondo cavalletto più economico munito della medesima chiusura è già ko a causa di un morsetto spezzato di netto dalla pressione della chiusura.

COLONNA CENTRALE sì O NO

Se ci fate caso, quasi tutti i cavalletti sono muniti di colonna centrale, ovvero una parte di cavalletto alla quale è collegata la testa, che può essere alzata ed abbassata a proprio piacimento. Alcuni cavalletti ne sono sprovvisti e magari questa cosa può far storcere il naso, ma se pensate a scatti rasoterra o in situazioni particolari, potreste rivalutarli. Non vi è un giusto o sbagliato, tutte e due le tipologie sono ottime, dipende solamente dal vostro utilizzo; nel mio caso ho scelto il mio cavalletto senza colonna centrale, visto che spesso scatto da posizioni quasi rasoterra.

Teste fotografiche

Vi sono parecchie tipologie di teste fotografiche, a sfera, a tre vie, a cremagliera, a bilanciere, panoramiche, micrometriche, etc, ma per comodità preferisco analizzare le tre tipologie che secondo me sono le più gettonate e che offrono caratteristiche diverse tra loro per vari campi di applicazione, vediamo quali sono le loro caratteristiche:

Teste fotografiche a sfera:

E' la tipologia di testa più compatta e rapida in fatto di utilizzo, grazie alla presenza di una sfera che può essere ruotata in tutte le direzioni semplicemente sbloccando una leva. E’ la testa che ad oggi utilizzo per i miei viaggi, la quale mi permette di avere precisione, ma al tempo stesso leggerezza.

 

Teste fotografiche a tre vie:

Molto probabilmente è la più comune tra le teste ed è un sistema un pò più ingombrante rispetto a quella a sfera; tre bracci indipendenti possono essere mossi nelle tre direzioni stabilite. Un sistema più lento, ma sicuramente un po' più preciso.

Teste fotografiche a cremagliera:

Se si vuole la precisione assoluta, anche per eventuali macro, questa tipologia di testa permette inquadrature al millimetro, grazie alla possibilità di ruotare le manopole in maniera veramente precisa. Ovviamente il peso e l’ingombro aumentano notevolmente.

 

TIPOLOGIE DI ATTACCHI

Una volta scelta la testa bisogna fare i conti con il tipo di aggancio che connette la fotocamera al cavalletto; vi sono parecchie tipologie e diverse case hanno il loro sistema, ma quello che fino ad ora ho ritenuto essere il più semplice ed affidabile è il sistema Arca Swiss.
In sostanza è un morsetto che viene avvitato alla piastra attaccata alla base della fotocamera, quindi non vi è possibilità di sbagliare a chiudere con un sistema così immediato. Personalmente utilizzo questo sistema da anni, dopo averne provati tanti altri e non lo abbandonerei per alcun motivo, complice il fatto che posso montare la piastra ad L, la quale permette di montare la fotocamera in verticale senza spostare la testa.

Dimensione delle teste fotografiche

Come avrete potuto vedere, vi sono svariate dimensioni, ma non è quello il fattore a cui dovrete fare più attenzione mentre scegliete una testa fotografica, bensì il carico che supportano in kg. Considerate che non ha senso acquistare una testa immensa per un attrezzatura basica dal peso minimo, graverebbe solamente il peso sulle vostre spalle, quindi scegliete con cura ed in base al peso della vostra attrezzatura (o magari di quella futura se avrete intenzione di cambiarla).

FASE D'ACQUISTO

Beh, senza dubbio è la fase più complessa e difficoltosa, quel momento in cui bisogna sborsare una cifra più o meno importante, ma in ogni caso sempre di soldi si parla. Non nego le mie difficoltà negli anni per scegliere il prodotto giusto e se posso dire la mia, personalmente ho avuto la tendenza a comprare cavalletti e teste sempre più grandi e pesanti, fino ad arrivare alla consapevolezza che esagerare non è sempre buona cosa. Bisogna tenere in considerazione le proprie esigenze, ecco perchè non vi è una regola fissa per l’acquisto, ma solamente capire quali sono le proprie necessità ed acquistare di conseguenza.

Il cavalletto ideale per iniziare a fotografare

per avvicinarsi al mondo dei cavalletti non è necessario spendere un capitale e spesso si riesce a rimanere nel range dei 100/150€, ma ovviamente non si potrà pretendere la luna. Sicuramente il materiale del nostro primo cavaleltto potrà essere l’alluminio per ridurre i costi e la portata in kg non sarà alta perchè di solito chi si avvicina al mondo dei treppiedi non possiede corpi macchina e ottiche molto pesanti. Ecco di seguito alcuni cavalletti fotografici dall’ottimo rapporto qualità prezzo:

I migliori cavalletti leggeri e pratici, ideali per il trekking

Questo punto riguarda tutti quelli che hanno un animo sportivo e magari amano particolarmente il trekking; se quello che cercate è un buon compagno di escursioni, allora quest’ultimo dovrà essere prima di tutto molto leggero, ma al tempo stesso stabile (a causa delle situazioni meteo particolari) e soprattutto pratico. Senza ombra di dubbio la testa a sfera rimane la scelta migliore, mentre la base sarebbe ottimo averla in carbonio. Ecco qua alcuni modelli che rispecchiano queste qualità:

I migliori cavalletti con un ottimo compromesso peso/stabilità

Quando la necessità di avere un cavalletto leggero e stabile si fa sentire. Ovviamente bisognerà salire un attimo di peso rispetto agli entry level ed i trekking, ma per avere stabilità le gambe dovranno essere decisamente più spesse e la testa più “sostanziosa”. Ancora una volta il carbonio regna sovrano, facendo lievitare i costi, ma ripagando in praticità. Ecco alcuni modelli:

Il cavalletto massiccio, stabile e preciso, senza spendere grandi capitali

Questo è il caso in cui volete massima stabilità e precisione senza badare al peso, quindi si può tranquillamente rimanere su uno stativo in alluminio e optare per una testa a tre vie o a cremagliera (se volete spendere qualcosa in più). Ovviamente il tutto prevede che non dobbiate fare escursioni troppo lunghe, perchè il rischio è che diventi un impedimento. Ecco alcuni modelli:

Il cavalletto perfetto, senza compromessi: leggerezza, stabilità e precisione

Ovviamente già il fatto che abbia abbinato tutte e tre le caratteristiche più importanti di ogni modello precedente vi avrà fatto cadere l’occhio su questo punto, ma sappiate che dovrete sborsare parecchio denaro. Abbinare leggerezza, stabilità e precisione non è cosa da poco e richiede materiali, oltre che tecniche di costruzione, particolari. Sicuramente non andrei oltre i 2,5kg di peso e di conseguenza il vincitore indiscusso è il carbonio, abbinato ad una testa a sfera di qualità, la quale permetterà di muovere in tutta tranquillità anche corpi macchina e teleobiettivi pesanti. Per avere il massimo bisogna orientarsi sulle migliori marche di stativi, ed ecco alcuni esempi:

LA MIA ESPERIENZA PERSONALE

Tutte le nozioni base per comprendere quale cavalletto fa al caso vostro ve le ho date, ma mi sembra doveroso chiudere questo articolo riportando la mia esperienza personale prima di giungere alla consapevolezza di ciò che faceva per me.
Sono un tipo sportivo e oltre ai viaggi che negli ultimi anni sono diventati il mio pane quotidiano, la mia grande passione è la montagna ed il trekking; inizialmente mi sono fatto ingolosire dal fantastico cavalletto con testa video della Mediaworld a 50€, ma dopo qualche mese di imprecazioni (ogni volta che scattavo con il teleobiettivo vibrava su e giù per qualche secondo) mi sono deciso a fare il salto di qualità acquistando l’intramontabile Manfrotto 055XPROB, un simpatico macigno che abbinato alla Manfrotto 410Jr a cremagliera mi ha permesso finalmente di ottenere scatti stabilizzati al massimo.
Con il passare del tempo ha iniziato ad attirare il mio interesse la testa Manfrotto 405, la sorella maggiore a cremagliera della 410Jr e non so per quale motivo l’ho acquistata, forse spinto dal pensiero di avere più stabilità (premetto che da questo momento in poi avevo già iniziato a scattare con Full Frame e lenti luminose, quindi di un certo peso). Ad un certo punto la struttura ha iniziato ad assumere una forma colossale, così come il suo peso e mi sono accorto che tendevo ad uscire senza cavalletto per via del peso, quindi in contemporanea mi sono acquistato un Marnfrotto 732Cy in carbonio, un piccolo alleato delle mie escursioni che si è rivelato e si sta rivelando ancora tutt’ora più che utile. Ovviamente la sua stabilità non è il massimo, quindi un bel giorno sono entrato in negozio e ho provato a sollevare un Gitzo Systematic Serie 2 rimanendone completamente innamorato per via della leggerezza e stabilità; in ultimo, per eliminare definitivamente il problema del peso, ho scelto di passare alla testa a sfera.
Inutile dire che la bastonata nelle gambe in fatto di spesa è stata bella forte, ma da allora non ho più cambiato cavalletto e lo sto utilizzando da oltre 6 anni in tutti i miei viaggi, quindi in un certo senso la spesa si è ammortizzata. In ultimo, ma forse acquisto decisamente sbagliato, un piccolo Sirui in alluminio che a prima vista sembrava promettente, da sostituire al Mafrotto 732Cy, ma che ahimè in un anno di utilizzo si è rivelato un flop a causa di un morsetto spezzato di netto dalla chiusura gambe e tutte le viti arrugginite.

Questo è stato tutto il percorso che ho realizzato per arrivare al mio "cavalletto ideale" e spero che la mia esperienza possa esservi utile per evitarvi alcuni errori in fase d'acquisto.

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