Diario di viaggio Normandia e Mont Saint Michel, Aprile 2019
Diario di viaggio Normandia e Mont Saint Michel, Aprile 2019

Diario di viaggio Normandia e Mont Saint Michel, Aprile 2019

Viaggio fotografico Normandia e Mont Saint Michel, Aprile 2019

Un breve, ma decisamente intenso viaggio fotografico, quello che si è svolto nell’Aprile del 2019 e che ogni anno riproponiamo; un susseguirsi di situazioni fotografiche uniche che ci hanno permesso di ritornare a casa con scatti e ricordi top.

Il primo giorno, dopo essere atterrati, aver ritirato i bagagli e van ed esserci incontrati con tutto il gruppo proveniente da varie parti d’Italia, ci siamo diretti alla volta di Etretat. Ci vuole sempre un pò di tempo per raggiungerlo e una pausa pranzo è sempre quello che ci vuole, dopo di chè si fila dritti in hotel per depositare le valigie ed andare subito a catturare le ultime luci della giornata.

Quindi una volta parcheggiato nei pressi del paesino ci siamo incamminati alla splendida spiaggia di Etretat, famosa in tutto il mondo per i suoi faraglioni ed archi. Ogni volta che si sbuca dalle piccole e pittoresche vie del paesello è sempre un piacere per gli occhi ammirare la spiaggia di ciotoli che si rivela a noi. La cosa bella è stata la bassa marea, che ha rivelato dettagli inaspettati da sfruttare come primo piano per qualche scatto al tramonto.

Quella sera si è rasserenato un pò troppo e non ha dato spettacolo, ma comunque ha iniziato a “rodarci” per bene in vista dei successivi giorni, decisamente più “intensi”.

La mattina seguente siamo partiti con il buio e ci siamo diretti sulla cima delle falesie, che di prima mattina è sempre una bella “esperienza”, grazie ai 70mt di dislivello, ma una volta giunti in cima la vista ripaga lo sforzo. Una nuvolosa ora blu ha iniziato ad illuminare il paesaggio e poco dopo un timido sole si è fatto intravvedere tra le spesse nubi regalandoci un attimo di luce emozionante e ovviamente tanti scatti belli.

Di ritorno a colazione non ci siamo fatti mancare il buonissimo pane al cioccolato francese, la baguette con burro e marmellata e tante altre delizie che si assaporano ancora di più dopo una bella camminata a stomaco vuoto. Ovviamente la giornata è tassativamente da dedicare ad Etretat ed i suoi dintorni, quindi dopo un momento di riposo ci riavventuriamo tra le viette, salendo e scendendo dalle falesie e visitando anche la bella chiesetta sulla cima della falesia ad Est. In quel momento un forte temporale si è avvicinato a noi e tra tuoni e fulmini, complice anche l’orario di pranzo, una parte di gruppo si è rifugiata e fatta coccolare dalle bontà locali, mentre la parte di temerari non si è data vinta e, me compreso, non abbiamo perso l’occasione di scattare durante questo alternarsi di sole e temporale continuo, un’occasione preziosa che non andrebbe mai persa.

E’ stato incredibile ammirare il cielo minaccioso fare da contrasto con le bianche falesie illuminate dal sole e ancora più incredibile è stato, sulla cima della falesia Ovest, attendere impotenti un enorme ammasso di nubi e pioggia che oramai avanzava troppo veloce verso di noi; ricordo ancora benissimo il momento in cui ci siamo trovati soli io ed un altro partecipante, ci siamo guardati con un attimo di sconforto, ci siamo “impermeabilizzati” a dovere e sdraiati sull’erba accanto al sentiero per non fare da parafulmini, attendendo l’inesorabile momento che da li a poc…....ehm…...niente, diluvio arrivato, letteralmente sommersi dall’acqua!

Ma subito dopo, come se niente fosse, siamo corsi tra il fango e l’erba bagnata per immortalare il tutto il vero spirito del fotografo paesaggista che sfrutta ogni occasione, anche le più avverse (ricordatevi questa frase, perchè nei prossimi giorni ci sarà da divertirsi).

Man mano che il pomeriggio è avanzato il sereno ha preso parte alla giornata e ci ha consentito di svagarci un pò sulla spiaggia, approfittando anche per un bel momento di relax e uno spuntino in vista del tramonto.

La cosa bella è stata anche osservare la marea in ribasso, la quale lascia letteralmente senza parole da quanto cambia di dislivello in poche ore. Una volta scoperti gli scogli ci siamo appostati per il tramonto e questa volta è stato veramente fantastico, da prima con un forte controluce interrotto da nubi minacciose, poi con colori dolci e piacevoli.


Soddisfatti della giornata ce ne torniamo in hotel a far asciugare per bene gli scarponi e vestiti dopo questa incredibile giornata!

La mattina seguente non demordiamo e ritentiamo l’alba sulle falesie, quindi dopo la solita sveglia e partenza nel pieno buio, ci inerpichiamo sulla cima e questa volta il gruppo si divide in due: con un Mathew, l’altro docente del viaggio, la parte di gruppo più stanca, nella location del giorno precedente e con me invece, la parte di gruppo ha dovuto camminare ancora per un pò, per poter ammirare l’arco da un’altra prospettiva a picco sulla spiaggia sottostante.

Alle prime gocce di pioggia abbiamo un attimo pensato al peggio, visto le nubi nuovamente minacciose, ma poco dopo il cielo ha dato spettacolo, un vero e proprio tripudio di colori.

Da prima l’intenso blu interrotto da una timida e rossa lama di luce che ha iniziato ad accendere le nubi in sua prossimità, poi è svanito nel nulla lasciandoci ad una leggera pioggia e ad un attimo di “apnea”, durante la quale ti chiedi se risbucherà fuori o no...e subito dopo il sole è uscito fuori dalla nubi, illuminando con un’esplosione di toni caldi tutto il paesaggio e facendo sbucare fuori alle nostre spalle un piacevole arcobaleno, uno spettacolo unico!

La giornata è iniziata nel verso giusto e l’entusiasmo ci ha accompagnato per molto tempo. Dopo colazione abbiamo fatto i bagagli per trasferirci verso l’iconica Mont Saint Michel. La strada non è corta e per smezzare il viaggio abbiamo fatto tappa nei pressi di Omaha Beach, per ammirare con dovuto rispetto il Cimitero di Guerra Americano, sicuramente una bella botta nello stomaco, ma una tappa che non può mancare se si viaggia in queste zone, anche solo per rendersi conto dell’entità di vittime che ha portato con sé lo Sbarco in Normandia.

Dopo questa breve, ma intensa visita, siamo ripartiti e la fame ha iniziato a chiamare, quindi in puro stile fotografo paesaggista non ci siamo fatti mancare lo stop al supermercato per mangiare in compagnia al suo esterno! Se ne abbiamo la possibilità ovviamente non ci facciamo mancare ristoranti e buon cibo, ma quando si tratta di non perdere tempo per sfruttare la bella luce, beh, il fai da te è la cosa migliore e più divertente.

La cosa bella di quando si arriva a Mont Saint Michel è che la sua bellezza la si può ammirare anche da molto lontano, quando ancora non ci si rende conto che è il famoso isolotto. Se si presta attenzione, quando si guida tra le strade nei campi o anche solo l’autostrada, guardando verso la baia lo si può scorgere già da molti km prima. Una volta arrivati in hotel lo stupore è stato doppio, perchè costruito di fronte ad un campo alla fine del quale c’era proprio Mont Saint Michel.

Senza perdere tempo ci siamo diretti ai parcheggi e preso il bus navetta che ci ha portati dritti dritti di fronte all’isola e come ogni volta l’emozione negli occhi dei partecipanti...ma anche la mia a dire il vero...è palpabile. Ti ritrovi spaesato di fronte a tanta bellezza e soprattutto, se ci si sposta in mezzo alla secca, prestando molta attenzione alle sabbie mobili ovviamente, si può godere di un silenzio ed una pace che ti riportano ai tempi passati e ti immergono in un’atmosfera unica, dal sapore magico. Ovviamente non abbiamo perso tempo e visto che il tramonto era vicino, ci siamo avventurati sempre più sulla enorme spiaggia, trovando un primo piano eccezionale, ma ahimè una luce al tramonto non molto entusiasmante che è sfumata dietro ad una nube grigia. Nessun problema, memorizzato il punto fotografico, abbiamo “preso appuntamento” per il tramonto del giorno seguente e abbiamo dunque fatto ritorno in hotel.


L’alba è stata veramente piacevole perchè proprio a due passi dall’hotel...e per due passi intendo proprio andando a piedi, perchè di fronte all’hotel. Scavalcata la staccionata ci siamo avviati sul sentiero in mezzo ai campi ancora nel buio e man mano che sbucava la luce, lo slendido isolotto è apparso e pian piano si è illuminato. Il campo è immenso, gigantesco e cosparso di piccoli corsi d’acqua dove Mont Saint Michel si riflette. E’ stato anche simpatico osservare il gregge di circa 1000 pecore che si avvicinavano a noi abbastanza sospettose; quindi abbiamo fatto ritorno tra un “beeee” e l’altro per goderci la colazione.

Dopo colazione ed il meritato riposo abbiamo dedicato la giornata all’isolotto e dintorni; l’abbiamo esplorata per bene dall’interno, tra i suoi magici vicoli pieni di vita, fino ad arrivare in cima. Abbiamo lasciato un bel pò di libertà ad ognuno di girare come preferiva per poi darci un appuntamento e ritrovarci tutti in gruppo per l’ultima parte di giornata.

Il tempo, da piacevole, caldo e soleggiato, ha mutato in minaccioso e piovoso proprio durante le ultime ore della giornata, le più importanti in vista del tramonto. Non ci siamo persi d’animo e in gruppo ci siamo avventurati ancora una volta sulla secca per ritornare alla location del giorno precedente, con il primo piano ad “S” stratosferico. Questa volta la melma era più liquida e ci siamo sporcati per bene, ma è inevitabile in queste situazioni, fa parte del gioco e da un lato è pure divertente! Dopo aver scattato qualche immagine in lontananza abbiamo iniziato a scorgere, al di sotto delle nubi nere, degli strati veramente spessi di pioggia in arrivo e abbiamo fatto dietrofront per ritornare alle porte dell’isola e ripararci dalla pioggia. Oramai l’ora del tramonto era vicina e sembrava persa ogni speranza, ma come dico sempre, è bene non mollare mai e cerco di dare un’occhiata uscendo dal portone d’ingresso isola e guardando all’orizzonte. E’ in quell’attimo che mi accorgo che vi è uno spazio libero per il sole e che la situazione sarebbe potuta volgere a nostro favore. Ho richiamato il gruppo e una piccola parte di temerari mi ha seguito, mentre l’altra si è fatta catturare dalle bontà e prelibatezze di Mont Saint Michel. In pochi ci siamo avventurati sotto l’acqua, ritornando nel fango, ma poco dopo ha smesso di piovere e abbiamo raggiunto nuovamente la “S”. Ci siamo appostati, il tempo di piazzare i cavalletti e in un lampo è arrivata una folata di vento talmente forte che mi ha letteralmente fatto volare il mio cavalletto (di ben 2,8kg) sopra la testa (per fortuna senza fotocamera sopra) che ho prontamente preso al volo; da li iniziarono ad arrivare regolarmente folate talmente forti da spostarci e rischiare di farci cadere, ma fino a quando non arrivavano il vento era “sostenibile”, anche se molto forte. Ma nonostante tutto, abbiamo resistito e suon di pioggia, vento e freddo, la luce ci ha ripagato con uno dei tramonti più spettacolari che abbia mai visto a Mont Saint Michel.


Subito dopo siamo scappati, perché un’altra ondata di pioggia stava arrivando e ne avevamo avuto abbastanza! Chiamateci pazzi o temerari, ma in queste situazioni bisogna “sporcarsi le mani” per portare a casa dei risultati fotografici di qualità!

La mattina seguente segnava anche la fine del viaggio e ahimè il ritorno verso l’aeroporto di Parigi tramite un lungo viaggio; giusto per tenere impressa nella nostra mente la bellezza di Mont Saint Michel, abbiamo fatto un ultimo tour panoramico tra i campi e realizzato gli ultimi scatti:

E’ giunta la fine di questo breve, ma intenso viaggio fotografico, uno splendore per gli occhi e una bella lezione da fotografi paesaggisti su campo, di quelle che i partecipanti non si scorderanno mai, quella che non bisogna mai mollare e nonostante le intemperie (ovviamente nel limite del possibile) cercare di sfruttare al meglio la situazione, se questa potrebbe portare a qualcosa di buono…e devo dire che il maltempo ha portato decisamente a scatti unici ed una concentrazione di situazioni spettacolare a distanza di così pochi giorni.

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