Recensione Gitzo Systematic
Recensione Gitzo Systematic

Recensione Gitzo Systematic

Un cavalletto top di gamma dalla resistenza e stabilità eccezionali, in grado di creare un sostegno solidissimo che stabilizza ogni vostro scatto alla perfezione.

Il lavoro di fotografo di viaggio mi porta a testare tutto ciò che capita sottomano in maniera estrema e molto più rapida, data la frequenza con la quale viaggio e scatto, quindi mi permette di comprendere a fondo le potenzialità di un oggetto fotografico. 
Non amo recensire un prodotto per il quale non sono convinto delle sue qualità, quindi può capitare che prima di avere un quadro completo della situazione possa passare un pò di tempo, che in questo caso, complice la mancanza di tempo, si è tradotto in quasi 7 anni di intensissimo utilizzo.

Avevo già recensito il prodotto in questione sul mio vecchio blog, in questo articolo, ma ancora agli inizi del suo utilizzo. Ora, avendo pure testato il nuovo modello, posso essere sicuro al 100% di quello che sto scrivendo e riportare quella che è stata la mia esperienza diretta.

In questa recensione andrò ad analizzare le due versioni, parlando principalmente dell’ultima, il Gitzo Systematic 3, disponibile all’acquisto e confrontandolo con il precedente per comprendere quali migliorie siano state apportate. Nella seguente fotografia si possono vedere i due modelli in mio possesso.

Introduzione:

Il tutto ha avuto inizio quando mi sono recato nel negozio di fiducia, saluto, scambio due chiacchiere e nel parlare del più e del meno salta fuori il discorso del pesante cavalletto che ogni maledetta volta devo portarmi sulla schiena per ore. 
Ed è quel momento in cui, come fosse un diavolo tentatore, il negoziante ti dice “prova a sollevare questo”...e ti capita in mano il Gitzo Systematic Serie 2
Testo la stabilità e leggerezza, rimanendo entusiasta, poi chiedo il prezzo e mi viene male. 
Beh,  quel giorno di circa 7 anni fa il mio portafogli ha pianto e ovviamente mi hanno pervaso tutti i dubbi del caso: reggerà nel tempo? Sarà veramente efficace? 
La frase “più spendi, meno spendi” spesso è vera, ma in quel caso ne ho lette di cotte e di crude su Gitzo nei vari forum e dunque ho un attimo di dubbi che con il tempo saranno fortunatamente smentiti.

Pezzi di ricambio:

Perché partire dai pezzi di ricambio come primo punto in una recensione
La risposta è semplice, il cavalletto in questione non è per nulla economico ed esistono parecchie versioni più allettanti e a basso costo di altre marche, quindi quale può essere il valore aggiunto di un Gitzo, oltre ovviamente ad una qualità generale sicuramente migliore
Semplice, la possibilità di avere ogni tipo di ricambio anche a distanza di svariati anni
Il sito Gitzo spares permette di individuare il modello in proprio possesso e visualizzarne l’esploso in cui sono presenti ed ordinabili tutte le componenti con i relativi codici. 
Oltre la garanzia di 2 anni, con l’estensione di altri 5 registrando il prodotto online, per un totale di 7 anni, vi è la certezza di avere ricambi per molti anni in caso di qualsiasi problema. 
E se proprio non ti fidi a ripararlo in autonomia c’è sempre il supporto di Camera Service.

 

 

Costruzione:

Visto al giorno d’oggi il Gitzo Systematic può sembrare una forma abbastanza conosciuta, ma al tempo è stato il primo stativo ad aumentare le dimensioni della base di aggancio gambe per donare ancora più stabilità con la sua tipica forma dalla quale oggi tante case produttrici prendono spunto e sostanzialmente copiano ogni singolo particolare.

Questo stativo si può trovare in parecchie versioni e serie, a partire dallo spessore delle gambe, indicato in base alla serie che va dalla 3 alla 5, fino a quanto lunghe siano e quanti snodi abbiano.
Ti mostro la versione in mio utilizzo attuale, ovvero il GT3543LS (serie 3, 4 sezioni) abbinato ad una testa a sfera Arca Swiss P0, della quale puoi leggere qua la mia personale recensione. Il mix di testa e cavalletto lo portano ad un’altezza massima di circa 154cm.

Già all’apertura della scatola si capisce che è un prodotto di qualità e assieme allo stativo vengono dati in dotazione alcuni accessori
Devo ammettere che la precedente versione aveva in dotazione più pezzi, mentre in quella odierna sono stati leggermente ridotti.
Quello che mi è balzato subito all’occhio sono i piedini abbastanza “bizzarri” in dotazione, sicuramente utili in studio, ma per scatti su campo e in condizioni difficili alquanto scomodi; li ho prontamente sostituiti con quelli di ricambio più semplici.

In fatto di materiali si parla di carbonio, magnesio e acciaio inox, tutte soluzioni molto leggere e durature, dalla costruzione molto semplice, senza molle o viti in posizioni “critiche”, ovvero quei movimenti che con il tempo portano all’usura prematura. 
Il primo dettaglio importante che si nota è l’assenza di colonna centrale (in caso di necessità si può acquistare separatamente), cosa che permette allo stativo di aprire totalmente le gambe ed essere posizionato a rasoterra, oltre che in tutte quelle situazioni in cui una colonna potrebbe essere di ingomro o fare da perno.

Il sistema di apertura gambe è molto semplice, gestito da un blocchetto metallico che può essere estratto per appoggiare di conseguenza sulle seguenti posizioni (3 in totale) scavate direttamente nel corpo del cavalletto, e la dotazione di una piccola molla permette il ritorno in sede al momento della chiusura. Dalla precedente versione, la quale era una semplice placca bloccata da una vite, è stata migliorata anche la sede di scorrimento, più solida e precisa. 
Di seguito alcuni dettagli in cui si può scorrere a destra o sinistra per visualizzare l’apertura o chiusura

Nuovo Gitzo Systematic Serie 2

Nuovo Gitzo Systematic Serie 3

Nuovo Gitzo Systematic Serie 3, particolare della molla:

Rimanendo concentrati sulla parte alta del cavalletto, è presente una piastra smontabile rapidamente che permette di distaccare la testa dal cavalletto senza svitarla dalla base, oltre che permettere il montaggio di una colonna centrale aggiuntiva o di una base di livellamento. Di seguito ti mostro come funziona il procedimento.

Per avere ancora più stabilità, un utile gancio appendi zaino o pesi è posto al di sotto della piastra.

Infine, sulla base di aggancio gambe è presente un foro filettato, utile per montare qualsiasi accessorio si voglia, come per esempio un braccio per reggere uno schermo aggiuntivo per i video.

 

 

L’estensione delle gambe è a vite e non a morsetto, quindi a mio parere il metodo più rapido e duraturo nel tempo. 
I blocchi rotanti danno un’idea di solidità, per la maggior parte metallici, a parte la gomma esterna per il grip ed un blocco interno non visibile. 
Il bloccaggio è molto efficace, anche con poca pressione, e il tutto è reso a prova di polvere grazie all’inserimento di un o-ring, cosa che non era presente nella versione precedente e sulla quale ho visto un netto miglioramento.
Una cosa che ho notato nella precedente versione è che il tempo e l’utilizzo hanno usurato la gomma per il grip a tal punto da farla ruotare a vuoto sul supporto metallico, cosa che nel viaggio in Norvegia 2019 è stata particolarmente fastidiosa, perchè giravo e giravo, ma non si svitava nulla...alla fine è bastato esercitare una forte pressione. 
Tuttavia quasi 6 anni di utilizzi in ogni situazione possibile sono un buon deterrente e volendo si possono ordinare i pezzi di ricambio e rimetterlo a nuovo.

 

Resistenza

Senza ombra di dubbio ha una struttura al top della categoria, ma la resistenza nel tempo e all’usura è all’altezza?
Cercherò di spiegarti questo punto con la mia personale esperienza, ritornando con la mente a 7 anni fa, quando l’acquistai.
Ancora ripenso a come l’ho trattato in maniera “immacolata”, un periodo fatto di attenzioni per non graffiarlo, per evitare di urtare, per cercare di….ehm….niente, caduto di netto su un sasso in montagna, durante un’escursione fotografica.
Non ti dico fin dove sono riecheggiate le maledizioni.
Fortunatamente non noto danni, se non un piccolo segnetto, come se nulla fosse accaduto. 
Quello è stato il primo evento di una lunghissima seria che mi ha dimostrato di avere in mano il “terminator” dei cavalletti.

Di seguito elenco qualche evento dannoso degno di nota:

-4 o 5 cadute dall’alto su altri sassi vari in giro per il mondo.
-Caduta mia personale su di una roccia scivolosa in montagna con annesso atterraggio di schiena sul cavalletto attaccato allo zaino.
-Ha resistito alla sabbia fine della spiaggia nera di Vik in Islanda.
-Caduta rovinosa a Vestrahorn (Islanda), dove sono scivolato su di una lastra di ghiaccio e mi sono appoggiato di peso sul cavalletto.
-Decine e decine di viaggi in aereo nel bagaglio a stiva.
-Migliaia di onde salate senza mai un filo di ruggine.
-Centinaia di strisciate da contatto con scogli, muri, rocce, etc.

Insomma, entrambi non hanno di certo avuto una vita semplice, e sono sempre stati utilizzati al massimo delle loro capacità senza farsi mai mancare nulla.
Non ho più alcun dubbio riguardo la resistenza e se penso alla vecchia versione, più minuta e fine rispetto alla nuova, sono sicuro di aver fatto un upgrade in fatto di affidabilità.
In questo dettaglio un particolare di una delle gambe e base della vecchia versione dopo 6 anni di utilizzo, penso che le immagini parlano da sole e mostrano di che pasta è fatto:

Stabilità del Gitzo Systematic

Grazie alla maggiore dimensione della base di aggancio gambe e i miei test personali, posso affermare con certezza che è veramente stabile
Ricordo il giorno in cui a Neist Point (Isola di Skye - Scozia) stavo fotografando con un vento di 136km/h; trovata la posizione corretta e leggermente riparata dal fortissimo vento, ma pur sempre movimentata, mi ha permesso un’esposizione di circa 10 secondi con pochissimi micromovimenti
Ovvio che è un caso limite, direi molto azzardato e rischioso, ma se regge a quelle intensità il risultato in situazioni normali è presto fatto! Ah, non avevo pesi agganciati
Oltre a tutto questo c’è da dire che dalla versione precedente a quella nuova ho scelto una dimensione delle gambe maggiore, migliorando ulteriormente questo aspetto.

Peso Gitzo Systematic

Attualmente la versione da me scelta pesa poco più di 2kg (quella precedente poco oltre 1,7kg), non un peso piuma, ma sono dell’idea che per la stabilità che dona alle immagini, oltre che all’effettiva stazza, non è molto, e lo rendono un buon compagno di viaggio (ovvio, non consigliato per lunghi trekking dove soluzioni più leggere sono l’ideale).

Vantaggi del Gitzo Systematic

  • Durata e resistenza nel tempo
  • Qualità dei materiali (non un filo di ruggine a distanza di anni)
  • Rapporto peso/stabilità
  • Semplicità di costruzione
  • Assenza di colonna centrale
  • Garanzia totale di 7 anni
  • Pezzi di ricambio sempre disponibili.

Svantaggi del Gitzo Systematic

L’unico svantaggio è il prezzo, che non lo rende accessibile a tutti.
E’ uno strumento studiato per un certo tipo di utilizzo e se utilizzato a dovere negli anni si rivela essere un ottimo investimento. 
In passato, la precedente versione (senza testa) l'ho acquistata a circa 800€, mentre la nuova, sul sito gitzo, si aggira attorno a circa 1100€, con la possibiltà di trovarla anche a meno, come è capitato a me su Amazon in offerta (al momento non disponibile).

Conclusione

Ringrazio vivamente il negoziante che quel lontano giorno di 7 anni fa mi ha invogliato all’acquisto, perchè è stato un investimento azzeccato ed un compagno di viaggi inseparabile
Ora l’ho sostituito con la versione nuova per un’occasione che mi è capitata tra le mani, ma poteva benissimo continuare ad essere utilizzato
Mi ha dato la possibilità di realizzare scatti da punti di ripresa insoliti, di resistere alle bufere Islandesi, Scozzesi e Norvegesi, di affrontare coraggioso la famosa “delicatezza” degli scarica valige aeroportuali e a tutti i tipi di utilizzo.
Sono super soddisfatto dell’acquisto e il salasso iniziale è servito a compensare le spese che avrei dovuto sostenere per riparare o addirittura cambiare un cavalletto più economico.

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